“Nicola Impagliazzo”: un vigneto nell’isola.

Ischia la conosco bene, il paesaggio, i suoi vitigni, un isola che non può nascondersi troppo, eppure come ogni anno riesco a trovare nel mio girovagare casuale, “chicche”.
L’occasione, la visita alla Baia di Sorgeto, le vasche termali naturali ed al rientro l’incontro con un cartello: “Degustazione vini azienda Agricola Ruffano” impossibile non visitarla.
La vista di Punta chiarito è stupenda, il paesaggio Mediterraneo c’è tutto.
Poi il “personaggio”, quello che cambia la visuale, che rende più intrigante una conversazione, che facilità per i suoi modi garbati un incontro.

Nicola, non abbassa mai lo sguardo, ma non ti mette in soggezione anzi ti aiuta e ti mette subito in sintonia con il suo mondo.

Non sapevo di questa cantina, quasi sorpreso della mia “ignoranza” ma, scopro che solo da poco tempo, l’azienda da conferitrice di uva e vino si è messa ad imbottigliare.
I suoi Vini, tra questi il bianco un “Epomeo” Biancolella e Forestera in percentuale quasi paritaria ed una piccola percentuale di altri vitigni. Uso limitatissimo dei solfiti, tecniche non troppo sofisticate e la mano di Nicola su tutto, il vino che trasmette terroir “tradizione, storia e territorio”.
“Ruffano” Epomeo bianco 2012

Il naso da subito indicazioni sulle metodiche di coltivazione, un po’ sfacciato, rivela note di frutta e fiori secchi, accenno di albicocca, un agrumato lieve. La bocca mantiene una bella sapidità, che si equilibria con l’alcool. Bella struttura si fa sentire senza eccedere in “masticazione” .
La beva è facile, ma per complessità olfattiva, forse in parte non voluta, chiede cibo per riequilibrare un po gli eccessi del naso.

Riassaggiandolo un po più caldo , esalta una nota dolce, assai gradevole in contrasto con una speziatura in sottofondo.

Non mi stanca ed anzi l’imperfezione lo rende intrigante e la bocca rimane sempre rinfrescante un bel vino.

“Ruffano” Epomeo bianco 2013

Naso intrigante, la macchia mediterranea avvolge l’olfatto, ritrovo i sentori della pineta dove sono ospite.
Erbe officinali, salvia, rosmarino ritornano i fiori secchi già presenti nel primo, il peperone non il varietale dei soliti internazionali, ma appena raccolto, il vegetale delicato.
Nonostante sia un vino di assemblaggio, Biancolella e Forastera e vitigni locali in piccola percentuale, riesce a caratterizzarsi e dare identità, ritrovo i vitigni dell’isola e le connnotazioni olfattive che caratterizzano il territorio.

La bocca fresca, forse meno sapida del 2012, meno accentuata la salivazione, lascia un retrogusto amarognolo senza rivelare l’alcool.
Il naso diventa mandorla scaldandosi, frutta secca non matura , l’oliva appena schiacciata. La bocca avrei voluto giocasse un po di più con le note fresche, da più sostanza che freschezza.
Due interpretazioni diverse e lo stesso vino, quando la natura e la mano dell’uomo danno identità e lasciano trasparire tradizione, in maniera più moderna “terroir”.

La peculiarità?

Cerco sempre di darmi un ricordo per poter riconoscere un vino alla cieca: L’oliva e la macchia mediterranea.

FONTE:  http://www.nonsolotappo.info/2014/07/21/ruffano2/

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